Bambino che gattona: come mai ancora non sa camminare?

A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia

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Il momento in cui i bambini iniziano a camminare non è uguale per tutti.

Dopo il primo anno di vita i bambini possono iniziare a camminare, ma non è sempre così per tutti. Ogni bambino ha la su storia.

 

Dopo il compimento di un anno in genere i bambini imparano a camminare. Alcuni lo hanno già fatto prima. Però ci sono bambini che invece non ce la fanno e si accontentano di gattonare, oppure non possono fare a meno di reggersi a un sostegno o alla mano dei genitori.

In genere questo suscita qualche apprensione, il più delle volte immotivata.

Cominciamo col dire che gli esseri umani non sono macchine ad orologeria, che vanno avanti con ritmo regolare e uguale per tutti. Sono invece esseri viventi e, come tali, soggetti a differenze enormi fra un soggetto e l’altro.

Pensate soltanto alla forma del naso o al tono della voce: ognuno di noi ha le sue caratteristiche e, per quanto due persone si possano assomigliare, nessuno (con l’eccezione dei gemelli monovulari) è identico ad un’altra persona.

Questo vale per le tante tappe dello sviluppo psicomotorio: reggere la testa, stare seduti, gattonare, camminare ecc.

Esiste ovviamente un quadro di riferimento generale valido per tutti (come per il naso: può essere più o meno lungo e grosso, ma nessuno ha due nasi o tre narici), ma all’interno di questo quadro ci sono molte variazioni possibili.

Un’influenza sullo sviluppo della deambulazione, a volte, ce l’ha il peso: bambini più pesanti potrebbero trovare più difficile e faticoso muoversi autonomamente.

Poi ci sono le molte variabili costituzionali e genetiche.

Perciò, se compiuto l’anno il vostro bambinogattona e non cammina, chiedete pure chiarimenti al vostro pediatra che, sulla base di una valutazione complessiva, molto probabilmente vi tranquillizzerà.

Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.