E’ giusto educare i bambini fin da subito?

A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone

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Tempo di lettura 3 min

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Un bambino piccolo ha molte esigenze e non ha certo orari, ritmi, abitudini a guidarlo, ma risponde semplicemente all’urgenza dei suoi bisogni. Per lui è naturale aspettarsi di essere ascoltato, compreso, accudito prontamente dalla mamma e dalle altre persone che si prendono cura di lui. Per lui i genitori sono il sole e la luna e non comprende perché a volte dovrebbero negargli ciò che gli serve per stare bene.

Certo, con passare dei mesi, e via via che il bambino conquista maggiore autonomia, riceverà anche delle regole, verrà limitato nelle sue azioni e comincerà a imparare le modalità della convivenza educata con gli altri. Quando comincerà a mangiare pasti solidi, gli saranno offerti con dei ritmi che, sin dall’inizio o dopo un po’ di tempo, coincideranno con quelli della famiglia. Prima o poi dormirà da solo e seguirà degli orari e delle routine, perché dovrà andare a scuola. La sua vita sarà per forza cadenzata da regole e orari, e ci sarà un progressivo adattamento.

Perché allora suggerire e dare consigli riguardo l’imporre limiti ed orari a bambini piccoli, che ancora non sono in grado di comprendere perché li si fa aspettare? Sembra che un grande timore della nostra società sia di causare al bambino “abitudini” irreversibili non educandolo, difficili poi da modificare. Certa cattiva letteratura fatta di manualetti e di “istruzioni per l’uso”, che tratta i bambini come se fossero elettrodomestici da usare con una buona manutenzione, ha rafforzato queste idee, che sono in realtà prive di fondamento. Le richieste di contatto, vicinanza, cibo, calore, coccole che i bambini esprimono, sia di giorno che di notte, non sono il risultato di una abitudine, ma fanno parte dei loro bisogni primari; e così come nascono con tali bisogni, altrettanto naturalmente questi diventeranno col tempo meno pressanti, e i comportamenti “fuori orario” nel mangiare o nel dormire verranno sostituiti da altri comportamenti più regolari, così come le poppate a richiesta piano piano si diraderanno e verranno rimpiazzate dai pasti solidi agli orari della famiglia. Fino a che a poco a poco il bambino sarà pronto comunque a stare da solo, seguire orari, separarsi dai genitori, mangiare da sé.

A questo punto che fretta c’è di educare da subito i bambini, di imporre regole e orari, quando il bambino ha pochi mesi e non è in grado né di comprendere né di gestire le attese? Forzare i tempi può essere molto impegnativo sia per la mamma che per il neonato, e richiedere più tempo ed energie di quanto sarebbe stato se la regola fosse stata imposta più avanti, raggiunta la maturità per accettarla. Non è vero che più avanti sia più difficile cambiare una modalità, un ritmo: i bambini crescono in fretta, e anche i loro bisogni e ritmi cambiano continuamente, mentre loro diventano sempre più capaci di adattarsi alle richieste dell’ambiente e della società. Seguire i tempi naturali del bambino, con una flessibilità che tiene conto progressivamente del mutare dei suoi bisogni ma anche dei bisogni degli adulti con cui vive, è il modo meno faticoso, più sereno e più efficace per guidare il proprio figlio nel mondo.

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