Allergie nei bambini: acari della polvere

A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia

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Gli acari della polvere sono parassiti, visibili solo al microscopio, comuni dell'ambiente domestico e vivono a stretto contatto con la cute umana.



In natura esistono più di 47 specie di acari, ma quella più nota e maggiormente rilevante dal punto di vista allergologico è la specie del Dermatophagoides.



In genere non rappresentano di per sé una fonte allergenica, cioè in grado di sensibilizzare e determinare allergie per l'uomo, ma solo per i soggetti predisposti. La carica allergenica più forte degli acari è rappresentata dal materiale fecale e dai prodotti di decomposizione del corpo del parassita stesso.



Gli acari sono trasportati dalle correnti d'aria nei locali dove sono presenti ovunque con la polvere, ma in particolare sulla superficie dei materassi, cuscini e federe, in carica sicuramente maggiore rispetto al pavimento. Vivono e proliferano con temperature tra i 15 e 30 gradi e percentuale di umidità tra il 70 e l'80% e non sopravvivono ad altezze superiori a 1.500 - 2.000 metri.



L'allergia agli acari della polvere, presente in soggetti predisposti, è una condizione clinica importante poichè è fra le più frequenti forme di allergia osservabile in clinica ed è in continuo aumento. Ciò è spesso determinato dalle condizioni domestiche di ambienti umidi e riscaldati, ricchi di arredamento con moquette e tappeti, dove facilmente il parassita può albergare.



Le forme cliniche che l'allergia agli acari della polvere può causare sono principalmente la rinite e l'asma. La rinite allergica è una infiammazione respiratoria localizzata a livello della mucosa nasale. Il bambino affetto, tende a svegliarsi durante la notte a causa di frequenti starnuti e contemporanea difficoltà di una normale respirazione causata da "naso chiuso". Questi sintomi aumentano di intensità durante il rifacimento del letto e tendono a diminuire quando la stanza viene arieggiata.



Altri allergeni, non solo gli acari, sono responsabili di rinite allergica,che danno generalmente sintomi di raffreddore con congiuntivite associata, anche diurni e accompagnati a volte da tosse stizzosa e secca, prevalentemente in periodi stagionali. Numerosi studi avrebbero inoltre dimostrato che circa il 70 % dei soggetti asmatici, bambini e adulti, avrebbe anche una allergia agli acari.



I soggetti con forme di asma allergico agli acari presentano, diversamente dalle altre forme, una sintomatologia respiratoria prevalente nei mesi invernali e freddi , con attacchi ed esacerbazioni notturne, proprio a dimostrazione di come l'ambiente chiuso della casa e l'esposizione durante la notte favorisca l'allergia respiratoria.



Una sensibilizzazione agli acari della polvere sembra oggi giocare un ruolo importante anche nella comparsa e nella evoluzione della dermatite atopica, forse la più frequente manifestazione allergica in età pediatrica.

La terapia dell'allergia agli acari si basa essenzialmente su misure di profilassi ambientale associate, quando sia presente una sintomatologia respiratoria di certo impegno, ad una terapia desensibilizzante ovvero ad un vaccino antiallergico. Il vaccino antiallergico, in genere orale in età pediatrica, ha lo scopo di ridurre la sensibilità allergica del bambino, anche se non può farla del tutto scomparire. Perciò è utile associare la profilassi ambientale cha ha sostanzialmente il fine , attraverso misure specifiche nell'ambiente dove vive il bambino, di ridurre la quantità di polvere ed il numero degli acari. I consigli più importanti sono:

  • arredare la stanza del bimbo in modo semplice con strutture e pavimento a superficie liscia , facilmente e frequentemente lavabili
  • lavare spesso lenzuola, coperte e sovracoperte, così come le tende ed eventuali tappeti, i cui materiali siano preferibilmente sintetici
  • evitare giocattoli in panno, in pelouche e chiuderli preferibilmente in cassetti prima di mettere a dormire il bambino
  • arieggiare il più possibile la stanza ed evitare di esporre il bambino a fumo passivo di sigaretta
  • evitare il contatto del bambino con animali domestici

Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.