Come mettere giù il bimbo senza che si svegli?

A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone

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Tempo di lettura 4 min

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Capita, e non c’è nulla di sbagliato in questo, che ilbambino si addormenti fra le braccia della mamma o del papà. Può essere inseguito a una poppata al seno (e anche qui, nulla di più naturale!), oppurecullato e passeggiato dopo un pomeriggio magari in cui è stato nervoso oindisposto. E’ naturale che il bambino si rilassi e si addormenti fra lebraccia dei genitori: è il luogo più sicuro e confortevole e nulla di piùfacile a quel punto scivolare nel sonno. Ma ecco che uno spiacevole schema simanifesta quando il bambino viene messo giù a dormire nel suo lettino. Il sonnodiviene sempre più leggero, il bambino comincia a muoversi ed agitarsi, e dopoun po’ eccolo che si sveglia, piange e cerca le braccia consolatrici.

Il fatto è che il posto biologicamente più naturale per ilbambino, al momento di dormire, è a contatto con un adulto che dorme assieme alui. Questa è l’aspettativa biologica che ha ogni neonato, per cui è facile chequando il bambino è nel dormiveglia si allarmi se percepisce di stare da solo.Non c’è un’unica soluzione giusta a questo problema: c’è chi si organizza inmodo da stare vicino al bambino, che è nel lettino, e accompagnarlo dolcementenel sonno a fare la nanna; chi invece preferisce accogliere il bambino nellettone e, fatti salvi gli accorgimenti di sicurezza, anche questa soluzionepuò andare bene.

Se si vuole addormentare il bambino in braccio e poimetterlo giù nel suo lettino o culla, una conoscenza degli stadi del sonno puòessere uno strumento utile per poter fare questa operazione nel modo piùefficiente. Infatti i bambini, come anche gli adulti, hanno fasi differentidurante il sonno. Dapprima c’è il dormiveglia, una situazione in cui si èancora svegli per metà e reattivi agli stimoli dell’ambiente: in questo stato,che si verifica sia nella fase di addormentamento che in quella di risveglio,basta un nonnulla per essere completamente desti. Poi c’è il sonno con sogni,caratterizzato da rapidi movimenti degli occhi sotto le palpebre; in questafase il sonno è abbastanza leggero e un cambiamento ambientale (essere spostato,toccato, variazioni di luci o rumori) può riportare in direzione deldormiveglia e poi del risveglio. Vi è poi il sonno senza sogni, e che puòessere più o meno profondo. In questa fase gli occhi non si muovono, il corpo èabbandonato, i muscoli rilassati, e il bambino difficilmente si risveglieràanche se viene mosso o spostato. Aspettare questo stadio prima di mettere giùil bambino richiede un po’ di pazienza in più, ma si viene ripagati da un sonnopiù profondo che facilita l’operazione di deporre il bambino nella sua culla.

Inoltre i bambini tendono a rilassarsi di più quando sono incontatto con il proprio addome. Tipicamente il bambino in braccio al genitore èappoggiato con il petto e il pancino contro il corpo dell’adulto, e questo lofa rilassare moltissimo!

Quando va messo a dormire, però, sappiamo che per motivi sisicurezza (prevenzione della morte improvvisa del lattante) va coricato sullaschiena. Questa è una posizione che i bambini amano meno, e quindi tendono arisvegliarsi più facilmente.

Per questo motivo, la manovra che funziona in genere è,quando è ancora in braccio, premere molto saldamente con l’avambraccio sullasua schiena, e mettere giù il bambino tenendo l’altro avambraccio e manopremuto contro la parte anteriore del suo corpo (il petto e il pancino),facendolo scivolare sul lettino senza staccare la mano che ha contro ilpancino. Mantenere il tocco di questa mano finché il bimbo non si è di nuovorilassato ed è scivolato nel sonno profondo, poi rilasciare la pressione moltogradualmente fino a distaccare la mano.

Un piccolo accorgimento che renderà più facile il delicatomomento del “mettere a nanna”!

Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.