Cosa fare se il bambino ha le convulsioni?

A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia

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Chi non ha mai sentito parlare di convulsioni febbrili?

Chi le ha viste, non le dimentica facilmente. Arrivano quando nessuno se le aspetta: il bambino comincia ad essere inquieto e a piangere, poi, in un attimo, perde conoscenza, diventa pallido e comincia a muovere le braccia e le gambe in maniera scomposta. Spesso questo succede ancora prima che i genitori si siano resi conto che la febbre sta salendo. Dopo un tempo piuttosto breve (a volte meno di un minuto), ma che ai genitori sembra lunghissimo, il bambino smette di muoversi e si addormenta profondamente. Qualche volta, però, un episodio di convulsioni febbrili può durare anche diversi minuti.

L’età tipica è proprio questa: fra i due e i tre anni, ma possono venire anche prima e, a volte, tornano con la febbre e scompaiono solo quando il bambino ragginge i sei o sette anni.

La diagnosi è molto facile: qualunque episodio convulsivo in un bambino sano, che si verifichi durante un episodio febbrile, deve essere considerato una “convulsione febbrile”.

Cominciamo a sgombrare il campo da qualche antico (e ingiustificato) timore: le convulsioni febbrili non hanno niente a che vedere con l’epilessia, il bambino che ne soffre diventerà un adulto sano, non incidono affatto sull’intelligenza e non hanno nulla a che vedere con la meningite.

Si tratta soltanto di bambini il cui sistema nervoso è sensibile e, quando la temperatura comincia a crescere in fretta, va “in tilt” e scatena la convulsione.

La convulsione (un altro mito da sfatare) non dipende dall’altezza della febbre, ma dalla velocità con cui la febbre sale; perciò a volte viene anche con temperature relativamente basse (38° per esempio), ma che vengono raggiunte in pochi minuti; mentre può succedere che un febbrone (40°) che sale lentamente non provochi nessuna convulsione.

Ormai sappiamo per certo che questo fenomeno è innocuo e non lascerà strascichi, ma questo non è un motivo sufficiente perché noi lo accettiamo come un fatto inevitabile e non facciamo niente per contrastarlo.

Fortunatamente abbiamo farmaci attivi sul sistema nervoso centrale che possono interrompere in pochi secondi una convulsione in atto; inoltre abbiamo sempre a disposizione farmaci capaci di tenere bassa la temperatura corporea.

Allora che fare?

Pochi saranno i genitori capaci di resistere alla tentazione di correre al Pronto Soccorso al primo episodio convulsivo, anche se questa corsa sarà sicuramente inutile. È rarissimo infatti che un bambino con convulsioni febbrili arrivi in Ospedale con la crisi in atto: il tempo necessario per prendere una decisione, montare in macchina e raggiungere l’Ospedale più vicino è in genere molto superiore alla durata della convulsione stessa.

Però sarà utile sentire un medico che potrà dare le indicazioni giuste su come comportarsi in futuro: antipiretici per abbassare la febbre ai primi sintomi e, soprattutto, tenere a portata di mano un clisterino a base di Diazepam da somministrare nel caso in cui la convulsione si ripeta.

Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.