Da genitori a nonni: il rapporto coi nipoti

A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone

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Tempo di lettura 3 min

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Li coccolano, non dicono mai di no, li coprono di tenerezza e di regali: spesso i nonni sono proprio questo, più complici dei nipoti di quanto fossero stati con i loro stessi figli.Come psicologa mi è capitato più di una volta di ascoltare il vissuto sofferto di genitori che non hanno avuto molta tenerezza dalla loro madre o padre (o che da bambini sono stati trattati comunque con ambivalenza, distacco, durezza ecc) e che una volta diventati padri o madri assistono all'instaurarsi invece di una relazione affettuosa fra i loro genitori (i nonni dei loro figli) e i nipoti, e vedono dare a loro quella tenerezza che a se stessi è stata negata. È una situazione dolorosissima perché divide il cuore: rabbia, riemergere dei sentimenti di solitudine e sofferenza dell'amore negato, gelosia, diffidenza e paura che anche i propri figli debbano soffrire come è successo alla loro mamma, e anche il sorgere di tante domande interiori, che fanno interrogare sul motivo per cui la stessa persona si mostra capace di un affetto che a suo tempo è stato negato ai propri figli.

Le risposte sono diverse e numerose perché lo sono le varie situazioni umane. Comunque alcune persone come nonni si sentono più liberi di abbandonarsi all'amore, non sentendo sulle spalle il "dovere di educare" e la responsabilità dei "risultati", il giudizio come genitori basato sul comportamento dei figli (un problema che abbiamo anche oggi). Questi dilemmi possono far riemergere tensioni e conflitti che non si compongono, e spingono a decisioni drastiche e dolorose, nel senso di un ulteriore allontanamento e disinvestimento affettivo. Questo dipende da tanti fattori, anche se sarebbe meglio quanto meno affrontare un confronto con i propri genitori e arrivare almeno a convenire pacificamente di avere punti di vista diversi.

Al di là di quanto i nonni si aprano a un confronto e siano disponibili a ridefinire il loro rapporto coi figli, ora diventati genitori a loro volta, questi ultimi possono comunque andare avanti, rielaborare per conto loro le proprie emozioni e raggiungere una maggiore comprensione delle dinamiche affettive della loro infanzia. Ma non è detto che le cose debbano andare così; altre volte, questi confronti possono essere l'occasione per un chiarimento liberatorio, anche se doloroso, con i propri genitori, aprendo nuovi spazi di comprensione reciproca e di crescita personale per entrambe le generazioni.

Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.