Perché i bambini non rispettano gli orari?

A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone

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Tempo di lettura 3 min

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I neonati non corrispondono all’idea che la mamma si era fatta durante la gravidanza

I bambini non sono dei bei fagottini come vengono descritti nei libri o immaginati dalla mamma. La dura realtà è che sono esseri con le loro esigenze e bisogni.

Da un istante all’altro, la mamma in gravidanza si trova all’improvviso fra le braccia un fagottino vivo e vegeto, e soprattutto reale, molto diverso da quel bambino che aveva immaginato nei lunghi mesi dell’attesa. Anche per le mamme più esperte, il bambino che viene al mondo è sempre una grande incognita, un’assoluta novità che bisogna imparare a conoscere e capire.

Le descrizioni che la nostra cultura fa dei neonati non aiutano certo in questo compito di passare dalla fantasia alla realtà. Il bambino “normale” rappresentato in televisione, nelle pubblicità, sulle riviste e sui manuali di puericultura, troppo spesso è terribilmente irreale. È un bambino che mangia una ben determinata quantità di latte a orari regolari e ben distanziati fra loro; dorme regolarmente la notte, ben presto senza risvegli notturni, e fa anche i suoi bravi sonnellini diurni; se ne sta buono nel passeggino o nel seggiolino dell’auto, o tranquillo nella sua culla a gorgheggiare, sorridendo alla mamma quando si affaccia, ma senza pretendere di essere subito preso in braccio; e quando è più grande, si fa imboccare con entusiasmo e va sereno all’asilo nido senza versare una lacrima.

La mamma ben presto deve confrontarsi con la dura realtà: i bambini non solo nascono senza libretto delle istruzioni, ma non lo hanno nemmeno mai letto. Il bambino reale è un individuo ben determinato, con le sue peculiarità, le sue passioni e le sue avversioni; si sveglia a orari imprevedibili, vuole poppare almeno il doppio delle volte che il senso comune suggerisce, si sveglia regolarmente più volte a notte, e soprattutto ha l’”insano” desiderio di stare sempre e comunque con la sua mamma, possibilmente in braccio. Che ci sia qualcosa di sbagliato nel bambino, che abbiano sbagliato qualcosa i loro genitori?

Nulla di tutto questo; è l’immagine che la nostra cultura ci offre ad essere molto poco realistica. I bambini sono effettivamente così: piccoli, dipendenti, imprevedibili, costantemente bisognosi di cure, attenzioni, latte, contatto. Fa parte della natura umana. E se per un momento ci fermiamo a riflettere con onestà sulla nostra natura di individui adulti, ci possiamo rapidamente rendere conto che spesso si pretende da bambini piccoli ciò che mai si chiederebbe a noi. Infatti noi “grandi” non dormiamo sempre tutta la notte (spesso ci svegliamo e beviamo un sorso d’acqua e magari ci riaddormentiamo abbracciati a una persona cara); così come non mangiamo a intervalli regolari e solo sei volte al giorno (se si conta ogni bicchiere d’acqua, caramella, caffè o spuntino), né siamo sempre di buon umore e sereni, anche quando le cose non vanno come noi vorremmo; e allora, ricordiamoci che anche i bambini sono delle piccole persone con i loro bisogni e i loro ritmi, e che cresceranno anche loro, certo, ma hanno bisogno di molto tempo e di gradualità. E se ci pensiamo un attimo, è proprio questa loro diversità dallo standard, questa loro unicità che li rende preziosi.

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