Il “latte” artificiale: ecco in cosa consiste

A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia

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Ogni cucciolo di mammifero, compreso il neonato umano, nasce corredato dal suo latte specifico: latte di mucca per i vitelli, latte di pecora per gli agnellini, latte materno di donna per i bambini…

Ma non sempre le mamme, che siano mucche, leonesse o donne, hanno la possibilità di allattare i loro cuccioli: possono capitare mille ostacoli che impediscono la produzione del latte e l’allattamento. E allora che si fa?

I cuccioli degli animali selvatici, se non vengono allattati, muoiono di fame; negli animali che vivono in branco ci può essere un’altra femmina che ha appena partorito e che li adotta e li nutre con il suo latte (si faceva anche fra gli esseri umani al tempo delle balie); può anche darsi che si ricorra al latte prodotto da una femmina di un altro mammifero (vi ricordate la leggenda? Romolo e Remo, privati della mamma morta subito dopo il parto, furono allattati da una lupa).

Al di là delle leggende, c’è sempre stato bisogno, in alcuni casi, di trovare un sostituto del latte materno, un’alternativa, per nutrire i bambini che non potevano essere allattai dalla loro mamma.



Anticamente c’erano le balie, donne molto energiche e fortunate che riuscivano ad allattare insieme al loro anche almeno un altro bambino. Ma non sarebbe mai possibile trovare una balia per ogni bambino a cui manca il latte di mamma. E così noi uomini che, come si sa, siamo molto ingegnosi, abbiamo trovato un’ottima soluzione per questo problema.



All’inizio si utilizzava il latte di una animale addomesticato e lo si dava al bambino con una bottiglia (i primi biberon): si usava latte vaccino, ovvero latte di mucca, e latte di capra o di pecora.Poi ci si accorse che questo latte non era proprio l’ideale per un bambino e si cominciò a modificarne la composizione e la preparazione, annacquandolo o aggiungendogli qualche ingrediente in caso mancasse.

Tutto ciò fino a quando la tecnologia è riuscita a creare un alimento che copia perfettamente (nei limiti del possibile) la composizione del latte materno: il latte artificiale.



Il latte artificiale, è così chiamato perché in realtà non si tratta di latte, ma di un alimento prodotto industrialmente, partendo dal latte di mucca e modificandone radicalmente la composizione.

Il risultato raggiunto, pur non eguagliando al 100% il latte materno, cioè l’originale di cui il “latte” artificiale è sostanzialmente una copia, è tuttavia piuttosto soddisfacente.

I bambini “allattati” artificialmente crescono sani e robusti come quelli allattati dalla loro mamma e, quando ormai saranno completamente svezzati, continueranno a crescere e a vivere in buona salute.Un piccolo miracolo dell’ingegno umano.



Una mamma che non riesce ad allattare al seno il proprio bambino non deve sentirsi meno adeguata al suo ruolo di una mamma che invece allatta: può godersi tranquillamente il suo bambino e allattarlo al biberon.

Qualche precisazione sull’allattamento artificiale.Contrariamente a quanto molti pensano non è necessario dare quantità fisse di latte, dosi, e imporre orari rigidi per le poppate: l’allattamento artificiale deve essere “a richiesta” come quello materno.

Il bambino può prendere la quantità di latte che lui stesso decide e poppare quando dà segnali di fame.

Il latte artificiale liquido o in polvere è un prodotto sicuro e completo. I latti artificiali non vanno addizionati con biscotti o farine di cereali, sono sostanzialmente tutti uguali e perciò intercambiabili fra di loro. Il latte in polvere può essere diluito con qualunque acqua, anche quella del rubinetto.L’unico accorgimento da seguire nella preparazione del latte è quello di sciogliere la polvere con acqua molto calda (70 gradi circa); si farà poi raffreddare il “latte” prima di dare al neonato il biberon.

Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.