Il raffreddore nei bambini e nei neonati

A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia

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Cominciamo con sfatare un mito: il raffreddore non deriva dal freddo, ma da un’infezione da virus che colpisce il naso e che si trasmette da una persona all’altra. Detto questo è molto raro che un neonato sia raffreddato e questo per due motivi: i neonati vengono tenuti dai loro genitori piuttosto isolati e non hanno molte occasioni di avere stretti contatti con altre persone; inoltre nei primi mesi di vita possiedono “naturalmente” molti anticorpi, di origine materna, che li proteggono dalle infezioni più frequenti, come è appunto il raffreddore.

Nonostante ciò, capita spesso che il pediatra sia interpellato dai genitori che temono che il loro bambino di pochi giorni o poche settimane sia raffreddato.

Le cause di questo timore sono due: i neonati starnutiscono molto spesso e fanno rumore quando respirano (soprattutto di notte), perciò chi sta loro accanto ha la sensazione che facciano fatica a respirare.

Basterebbe però osservarli attentamente quando si attaccano al seno o al biberon: il rumore respiratorio spesso continua, ma i bambini succhiano tranquillamente con la bocca sigillata intorno alla tettarella. Come potrebbero allora respirare se avessero anche il naso chiuso o il raffreddore? Evidentemente il naso fa rumore, ma è libero. Anche gli starnuti, nei neonati, non sono sintomi di raffreddore, ma semplicemente un modo di pulire automaticamente il naso.

Proprio quello che i genitori, sempre timorosi per la loro salute, si affannano a fare con lavaggi di soluzione fisiologica e pompette varie.

I lavaggi nasali andrebbero riservati soltanto a quei rari casi in cui il naso sia effettivamente ostruito e il bambino non riesca a succhiare il latte perché non può respirare con la bocca.

Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.