Impetigine nei bambini

A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia

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L'impetigine è una infezione superficiale della cute, così frequente in età pediatrica da rappresentare il 10% della patologia cutanea del bambino.



Si calcola che circa il 3% dei bambini da 0 a 4 anni e il 2% di quelli da 5 a 15 anni consultino ogni anno il proprio medico per l'impetigine. È una malattia ad elevata contagiosità, a trasmissione mediante contatto diretto, soprattutto all'interno di comunità o in condizioni di sovraffollamento e scarsa igiene. Presenta un picco di incidenza tra i 3 e i 6 anni di età, prevalentemente nei mesi estivi.



Si distingue una forma bollosa, meno frequente, ed una forma non bollosa classica. impetigine non - bollosa ( contagiosa) -. È la forma più comune (circa il 70% dei casi di impetigine) ed è causata dallo Streptococco Beta emolitico di gruppo A e dallo Stafilococco Aureus, emergente in questi ultimi anni. L'infezione inizia dove esiste già una microlesione della cute, ad esempio da grattamento, da puntura di insetto o da sabbia. Le lesioni sono caratterizzate da macule rosse, che si trasformano in vescicole o pustole che rapidamente evolvono in croste giallastre.



Le sedi preferenziali sono il volto e le estremità, ma possono diffondersi su tutto il corpo. Non sono dolorose. L'impetigine è spesso un processo autolimitantesi, tuttavia può avere complicazioni come la cellulite , l'adenite satellite o una infezione disseminata.

impetigine bollosa - È sempre causata dallo Staphilococcus Aureus, il quale produce una tossina in grado di determinare, sulla cute infettata, uno scollamento dello strato granuloso con formazione di una bolla. Le bolle, trasparenti e molliccie, facilmente si rompono esitando in erosioni arrossate e croste.



Queste lesioni sono generalmente multiple e si localizzano di preferenza al volto, tronco e glutei. I soggetti particolarmente esposti sono i lattanti ed i bambini piccoli. Le lesioni sono spesso dolorose e si possono accompagnare a sintomi sistemici come febbre e disidratazione o a complicazioni, seppur rare, come l'artrite settica, l'osteomielite o la polmonite.



La terapia è essenzialmente antisettica e antibiotica, per via topica(locale) o sistemica (orale), a seconda del grado di localizzazione ed estensione delle lesioni cutanee.

La terapia antisettica viene solitamente utilizzata per ammorbidire le lesioni crostose e

detergere la cute. Per ora non c'è evidenza che gli antisettici siano efficaci in associazione agli antibiotici.



La terapia antibiotica topica ha una efficacia equivalente a quella per via orale nelle forme

localizzate e non estese . Utilizza la mupirocina e l'acido fusidico, il cui uso prolungato sembra però favorire l'insorgere di resistenze , per cui se ne consiglia la somministrazione solo nelle forme acute ,per periodi di 7-10 giorni.



La terapia antibiotica per via orale si rende sostanzialmente necessaria quando le lesioni sono rapidamente evolutive o estese e numerose, diffuse in famiglia o in piccole comunità oppure in parti del corpo in cui risulti difficile l'applicazione locale (zona periorale, ad esempio).

L'antibiotico di scelta è un macrolide ed il trattamento deve essere continuato per 7 - 10 giorni, anche se di recente è stata dimostrata una eguale efficacia con 5 giorni di terapia con Azitromicina.



È corretto mantenere un isolamento del soggetto affetto da impetigine fino a quando non sia stata instaurata l'opportuna terapia per almeno 24 ore.

Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.