La scarlattina nell'infanzia.

A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia

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Fra le malattie che si presentano nella prima infanzia, fino a qualche decennio fa, era diffusa anche la scarlattina. La scarlattina è una delle poche malattie infettive che ancora si vedono al giorno d’oggi. Ovvero: si vedono… e non si vedono, nel senso che la classica scarlattina con tutti i suoi sintomi ormai non esiste quasi più. Ma facciamo un passo indietro.

La scarlattina si chiama così perché chi ne è affetto diventa tutto rosso, “scarlatto”: è un’infezione dovuta ad uno streptococco che si annida nelle tonsille e produce una tossina capace di dare un “esantema” (cioè un’eruzione cutanea su tutto il corpo) dal colore rosso vivo. È stata un tempo una malattia anche grave, di cui in qualche caso si poteva addirittura morire. Poi vennero la penicillina e i suoi derivati, tutti micidiali contro lo streptococco e la scarlattina, e, pur continuando a manifestarsi con tutti i suoi sintomi (febbre alta, mal di testa, mal di gola, gola rossa con placche, macchie rosse in bocca e su tutto il corpo, linfonodi del collo ingrossati e dolenti, lingua prima bianca e poi rossa come una fragola), divenne facilmente curabile e smise di fare paura.

Poi, con il passare degli anni, anche la scarlattina, come altre malattie infettive, è diventata sempre meno evidente, sempre meno grave e sempre più difficilmente riconoscibile: i sintomi si riducono spesso a una sfumatura rosea in alcune zone del corpo, un po’ di febbre, un leggero mal di gola, forse la lingua un po’ più rossa e poco più.

Non si sa il perché di questi cambiamenti; forse dipendono dal fatto che, con il progresso e le migliori condizioni igieniche e di nutrizione, i nostri bambini sono diventati sempre più robusti.

Sta di fatto comunque che spesso, per essere sicuri che si tratti di scarlattina, i pediatri non si accontentano più di una semplice visita, ma fanno anche un “tampone faringeo” per cercare in gola il famoso streptococco. E quando lo trovano, la diagnosi è fatta e la terapia già decisa: una settimana di “amoxicillina” (un derivato della penicillina) per bocca. Ma già dopo le prime 48 ore di terapia il bambino non è più contagioso, si sentirà molto meglio e potrà anche tornare all’asilo o a scuola.

La scarlattina è una malattia infettiva ma non è molto contagiosa e non si trasmette con la stessa facilità di altre malattie (la varicella per esempio), non è necessario prendere provvedimenti nelle persone venute a contatto con un caso di scarlattina (inutili terapie antibiotiche “preventive” o tamponi faringei nei soggetti che non hanno sintomi), la scarlattina può però può ritornare più di una volta nel corso della vita perché l’immunità acquisita dopo la prima scarlattina non protegge contro tutti i ceppi di streptococco.

Per quanto rare esistono complicanze che la scarlattina può portare, soprattutto a carico dei reni: da qui la necessità di diagnosticarla e curarla ogni volta che si presenta.

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