Orticaria nei bambini: cos’è, come si manifesta e come si cura

A cura del pediatra Dott. Sergio Oliva

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L’orticaria è una delle più comuni eruzioni cutanee: il 20-25% delle persone, il 15% dei bambini sotto i 10 anni (e la percentuale sale al 20% se il soggetto è atopico) ne ha avuto almeno un episodio. È caratterizzata da pomfi (lesioni cutanee superficiali rilevate, del colore della pelle o più chiare, circondate da un alone arrossato e spesso con una zona più chiara al centro) pruriginosi, che vanno e vengono, localizzati ovunque sul corpo.

L’angioedema è una forma di orticaria che interessa la cute più in profondità, determinando aree più estese di rigonfiamento, il più delle volte delle labbra, della lingua e delle palpebre. Orticaria ed angioedema spesso coesistono.

L’orticaria è detta acuta se dura meno di 6 settimane (di solito 2-3 gg, al massimo una settimana).

L’orticaria è detta cronica se dura più di 6 settimane (talora anche anni) e può essere di due tipi:

  • spontanea, quando non è identificabile un fattore scatenante
  • indotta, se innescata da fattori fisici e non.

Nei bambini è molto più frequente la forma acuta, rara l’orticaria cronica.

Orticaria nei bambini: tipologie e sintomi

I pomfi dell’orticaria sono di solito rilevati, arrossati, del colore della pelle o più chiari, spesso con una zona centrale più chiara. Il bambino ha quasi sempre prurito anche intenso (anche se è possibile il manifestarsi dell’orticaria senza prurito), senso di formicolio, di puntura, di bruciore.

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I pomfi possono interessare qualsiasi parte del corpo e avere varie forme e dimensioni. Inoltre, sono migranti, cioè durano da pochi minuti a qualche ora, per poi sparire e comparire da un’altra parte.

Orticaria e febbre

La malattia di Still si può presentare con un innalzamento della temperatura ( da non confondere con una comune febbre), dolori articolari ed eruzioni cutanee, viene considerata una variante dell'artrite reumatoide e rientra nelle cosiddette patologie autoimmuni. Le recidive della febbre hanno un andamento quasi costante e prevedibile, mentre il rash cutaneo, frequente nelle ore serali, simula un’orticaria o una rosolia, Si può presentare associata a faringite, polimialgia e poliartrite.

Orticaria Virale

Accade che l'orticaria insorga dopo un’infezione di natura virale e i virus più frequentemente implicati sono quello della Rosolia, del Citomegalovirus, del virus di Epstein Barr e virus herpetici. In tal caso si tratta di eruzioni esantematiche. Non va confusa con forme esantematiche virali tipo herpes simplex o altre tipologie come varicella o Fuoco di Sant’Antonio.

Orticaria Gigante

Se le dimensioni del pomfo superano quelle solite, si parla di orticaria gigante.

Orticaria Pigmentosa

È la forma più comune di mastocitosi nei bambini ed è associata a segni sistemici, sintomi e trigger. È dovuta a un’alterazione nel rilascio di sostanze vasoattive da parte dei mastociti. Si manifesta a livello cutaneo con chiazze o placche multiple, infiltrate eritematose, di forma rotonda od ovalare, di aspetto pomfoide che caratteristicamente si sollevano per sfregamento (segno di Darier). Nella forma sistemica possono essere presenti pruriti ed eritemi provocati da alcuni cibi, alcol, variazioni di temperatura, farmaci. Le forme infantili sono per lo più localizzate e a risoluzione spontanea.

Orticaria Papulosa

Solitamente dovuta a punture di insetto, zanzare, cimici, pulci, si presenta sotto forma di piccoli ponfi nodulari che si riattivano per successive punture.

 

Quali sono le cause dell’orticaria nei bambini?

L’orticaria e l’angioedema sono causati dalla liberazione nel sangue di sostanze chimiche (tra cui istamina e citochine) da parte di cellule infiammatorie (soprattutto i mastociti), che provocano vasodilatazione e passaggio nei tessuti di liquidi, con conseguente gonfiore e arrossamento.

Nel 50% dei casi di orticaria acuta non è possibile identificare una causa scatenante (orticaria idiopatica). Nell’altra metà dei casi si tratta di orticaria parainfettiva causata soprattutto dao infezioni virali (delle prime vie respiratorie, ma anche epatiti e mononucleosi infettiva) e, molto meno frequentemente, infezioni batteriche, allergia ad alimenti (uova, latte, soia, arachidi, grano), a farmaci (antibiotici o antiinfiammatori non steroidei), puntura di imenotteri, a pollini o pelo/forfora di animali (gatto, cane, meno frequentemente cavallo).

Anche la causa dell’orticaria cronica spontanea è spesso ignota. Altre volte è in gioco una patologia autoimmune o un’infezione persistente.

Orticaria da Stress

È la reazione della pelle a uno stato di continua tensione, che manda in tilt il sistema immunitario. È un disturbo psicosomatico che può comparire in periodi della vita in cui si vivono forti stress e in cui gli stati d’animo non vengono vissuti del tutto consapevolmente, ma sono convertiti in un sintomo somatico, legato a un problema passeggero o a un più ampio disturbo della regolazione affettiva.

Orticaria da Cibo

Esistono alimenti più o meno allergizzanti, alimenti a elevato contenuto di istamina e tiramina (formaggi stagionati, birra, vino, fegato di maiale, salame, prosciutto, insaccati, tonno, sgombro, salmone, pesce conservato, crostacei, ecc), e alimenti istaminoliberatori (cioccolato, cacao, molluschi, crostacei, pomodori, alcool, fragole, ananas, legumi, lievito, frutta secca, caffè, cola). Tutti possono concorrere nel determinare o accentuare un fenomeno orticarioide.

Orticaria Solare

È un tipo di orticaria fisica che si manifesta sulla pelle in seguito all'esposizione al sole. Già dopo qualche minuto dall’esposizione al sole compare eritema e prurito, poi punture di spillo e pomfi. Spostandosi all'ombra il fenomeno rientra in meno di un’ora.

Orticaria da contatto

Qui i pomfi compaiono entro pochi minuti nella sede interessata dal contatto con sostanze chimichecibi (uova, arachidi, frutta), lattice, animali (gatto, cane); durano solitamente pochi minuti, ma talora possono dare reazioni generali anche gravi.

 

Orticaria nei bambini: quanto dura

Nei casi lievi spesso non è necessaria alcuna terapia, in quanto i pomfi tendono spontaneamente a scomparire nel giro di 24 ore, a maggior ragione se è stata identificata una causa ed è possibile rimuoverla.

Per la diagnosi sono sufficienti di solito le informazioni che i genitori forniscono al medico, e l’osservazione dell’aspetto caratteristico delle lesioni cutanee, del loro migrare da una parte all’altra del corpo, del loro comparire e sparire nel giro di poche ore.

Per aiutare il medico nella diagnosi, è importante che i genitori raccolgano informazioni riguardo gli alimenti e/o i farmaci assunti nelle 24 ore precedenti l’eruzione (comprese caramelle, o assaggi, anche fuori dei pasti), riportandole su un quadernetto o in una nota del cellulare: questi appunti potrebbero aiutare a capire se responsabile dell’orticaria sia un alimento mai assunto prima.

Il pediatra potrà verificare il sospetto con un prick test (da programmare però a distanza dall’episodio di orticaria e soprattutto dalla terapia antistaminica o cortisonica), o un RAST.

La concomitanza di febbre o altri sintomi infettivi (raffreddore, tosse, diarrea) può far sospettare una causa virale o più raramente batterica.

Come curare l’orticaria nei bambini

Nei casi in cui è necessaria una terapia si somministrano solitamente farmaci antistaminici con effetto non sedativo (come la cetirizina) allo scopo di controllare il prurito e abbassare il livello di istamina nel sangue, principale responsabile dell’eruzione cutanea. La terapia va mantenuta per alcuni giorni, in quanto il livello di istamina nel sangue mantiene spesso un andamento fluttuante, provocando spesso la ricomparsa dell’eruzione alla sospensione del farmaco. Il dosaggio solitamente consigliato è di 1 goccia ogni 2 kg di peso del bambino, una volta al giorno, preferibilmente la sera. Nei bambini più grandicelli le gocce possono essere sostituite da compresse.

Nelle forme più estese, soprattutto se coesiste angioedema, o nei casi che non rispondono alla terapia antistaminica, il pediatra potrà prescrivere un farmaco cortisonico per bocca, solitamente per i pochi giorni necessari a controllare la fase acuta dell’eruzione.

Nelle forme croniche talora il medico potrà prescrivere antistaminici più potenti, o altri farmaci, come antileucotrienici o immunosoppressori.

Importante: non somministrare mai alcun farmaco (comprese le pomate) per curare l’orticaria o per alleviare il prurito senza indicazione del pediatra!

Come per tutte le forme di eruzione cutanea pruriginosa, anche in caso di orticaria sono utili alcuni provvedimenti per alleviare il prurito e non irritare ulteriormente la pelle del bambino.

  • Non applicate sulla pelle pomate a base di antistaminici: potreste avere più danni che benefici.
  • Cercate di evitare che il bambino si gratti. Mantenete le unghie corte.
  • Fate indossare, a contatto con la pelle, indumenti di cotone (comprese le calze).
  • Evitate indumenti troppo pesanti o aderenti, di lana o fibre sintetiche.
  • Lavate il bambino velocemente, con acqua non troppo calda.
  • Non fate bagni troppo caldi e lunghi (soprattutto in piscina): il contatto prolungato con l’acqua irrita la pelle.
  • Non usate altro che sapone, comunque neutro.
  • Non esponete il bambino al sole, agli sforzi fisici, al forte caldo: possono peggiorare la situazione.

Cosa mangiare: alimenti senza istamina

In caso di prurito, è importante evitare o comunque limitare alimenti ricchi in sostanze che possono peggiorare la situazione (istamina, tiramina, o simili):

  • fragole, agrumi, banane, ananas, lamponi, avocado, melone;
  • pomodori, spinaci, fecola di patate;
  • arachidi, noci, nocciole, mandorle;
  • fave, piselli, ceci, lenticchie, fagioli;
  • albume, formaggi fermentati (grana, pecorino, gruviera, gorgonzola), yogurt, lievito di birra;
  • cioccolato, insaccati, alimenti in scatola, dadi per brodo;
  • crostacei, frutti di mare, pesce conservato (tonno, salmone, sardine, alici).

 

A cura del dottor Sergio Oliva, pediatra di MioDottore ed editore per Mamme.it

Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.