Perchè è così timido?
A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone
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VAI AI PREFERITII bambini possono essere timidi per tratto caratteriale e non per problematiche psicologiche
Se il bambino evita il gioco dei coetanei, soprattutto se sconosciuti, non è detto che abbia patologie particolari, ma che sia soltanto timido. Comprendere i tratti caratteriali è importante.
Il parco-giochi è pieno di bambini vocianti, che ridono, corrono e si divertono. I giochi fatti apposta per i bambini sono presi d’assalto e sono lì che aspettano, invitanti, di essere usati. Un gruppetto di bambini sta scavando una pista nella sabbia, e altri si rincorrono, mentre un altro gruppo raccoglie sassolini e foglie. Ma quel bambino resta seduto vicino alla mamma, a osservare gli altri giocare, e più viene sollecitato a lanciarsi nella mischia, più diventa inquieto e riluttante.
Può capitare che il proprio bambino o bambina sia di quelli che preferiscono stare a guardare; che ascoltano volentieri, ma parlano poco; che magari sono felici di passare ore in un gioco solitario con le costruzioni o il disegno, ma si aggrappano alla mamma o al papà se un altro bambino viene a invitarli a giocare. Questo modo di essere preoccupa spesso notevolmente i genitori, che temono che il proprio figlio sia insicuro, debole, e si chiedono il motivo di tanta timidezza. Sono anche dispiaciuti che il proprio bambino, restando in disparte, si “perda” così tante occasioni di divertimento e di gioco. Più di ogni altra cosa, sono spaventati all’idea che questo comportamento mascheri una dipendenza dall’adulto, la difficoltà a “spiccare il volo” e conquistare la propria autonomia.
Occorre osservare bene il proprio figlio per riuscire a discriminare ciò che può derivare da una difficoltà o insicurezza del bambino, da ciò che invece fa semplicemente parte di un tratto caratteriale. Il bambino che soffre di qualche insicurezza profonda, che si sente fragile e spaventato, spesso si mostrerà infelice e ansioso nelle situazioni sociali, e vorrà tornare a casa. Può darsi che abbia sperimentato qualche brutta esperienza con i compagni di gioco, o che associ le situazioni con molti bambini alla situazione di distacco, magari recentemente vissuta, di quando viene lasciato all’asilo. Invece il bambino riservato, contemplativo, se non viene forzato si mostra a suo agio, ma semplicemente evita le situazioni affollate e rumorose, i giochi agitati, i gruppi numerosi, preferendo le interazioni con uno o due bambini alla volta, i giochi tranquilli, il gioco solitario. Questo bambino in genere è molto socievole con gli adulti che conosce e con i compagni di gioco abituali, purché la situazione sia calma e gli sia concesso di entrare nel vivo del gioco e dell’interazione gradualmente, con i suoi tempi e senza forzature.
Lasciato a se stesso, probabilmente passerà molto tempo ad osservare, prima di scegliere la situazione di gioco che più si confà al suo temperamento, il compagno di gioco che più gli ispira simpatia. Si tratta di attitudini, di caratteri, e non di paura. Questo tipo di bambino ha bisogno di tempo e di calma, di avere il controllo della situazione. Ma il suo comportamento non ha a che fare con la sua autonomia: crescendo, spesso diviene anzi un leader nel gruppo, una figura di riferimento calma e solida, capace di ascoltare e di comprendere con empatia i bisogni dei suoi amici, guadagnandosi la stima tanto dei suoi coetanei quanto degli adulti.