Perché un bimbo piange forte e non muove un braccio?

A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia

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Se un bimbo piange forte e non riesce più a muovere un braccio, si tratta quasi sempre di pronazione dolorosa, un fenomeno abbastanza comune.

La pronazione dolorosa è una piccola alterazione momentanea dell'articolazione del gomito dovuta appunto alla trazione, spesso involontaria, del braccino

È un’età questa in cui si comincia a camminare per mano, e quando un bambino cammina, si sa, a volte cerca di andare dove gli pare, magari dove non dovrebbe andare. Viene istintivo all’adulto di strattonarlo un po’. A volte però questi strattoni, pur non essendo violenti, possono provocare una "pronazione dolorosa del gomito" e il bimbo per il dolore non riesce a muovere il braccio; un fenomeno piuttosto comune a questa età. Capita anche quando si tira fuori un bambino dalla vasca da bagno prendendolo per un braccio, ma più spesso capita camminando. Questa alterazione è molto dolorosa e impedisce i movimenti del braccio; addirittura basta sfiorarlo, a volte, per suscitare un pianto violento in un bambino che ha doore al braccio ma non sa ancora esprimersi e dire cosa sente. Questo spaventa molto i genitori anche se la “pronazione” si può facilmente "ridurre" con una piccola manovra che dura pochi secondi. Una manovra apparentemente miracolosa, perché il bambino smette subito di piangere e dopo un po’ ricomincia a muovere normalmente il braccino. Il pediatra esperto saprà fare subito la diagnosi che non necessita di radiografie o altri accertamenti.



Non c’è neppure bisogno di andare in pronto soccorso, meglio cercare il proprio pediatra curante che potrebbe mostrare la manovra (semplicissima e assolutamente non pericolosa) ai genitori.



Infatti la “pronazione dolorosa del gomito” può ripetersi più volte e perciò, una volta capito come si fa, la mamma o il papà possono risolvere il problema in due minuti a casa.

Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.