Le lacrime in tasca: come superare il "baby blue"
A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone
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VAI AI PREFERITIIl momento tanto atteso è giunto, il bambino è nato, il parto è ormai storia passata, la vita riprende e finalmente si è a casa. Passati i primi giorni di caos, con le visite di amici e parenti, finalmente torna la calma, e non resta che godersi il proprio cucciolo. Tutto procede, il bambino cresce, eppure… sembra che la mamma abbia le lacrime in tasca. Basta un nonnulla, e il fragile equilibrio si spezza e ci si ritrova a piangere oppure a vedere tutto nero, si è prese da inspiegabili momenti di ansia, e la tristezza ci assale. Che cosa succede a noi donne in quei primi giorni dopo il parto? Eppure “non c’è alcun motivo” di essere tristi, anzi, si dovrebbe gioire…
Uno degli aspetti che rendono più pesante il “baby blue”, cioè la malinconia post-parto, è proprio l’aspettativa che la mamma dovrebbe essere felice e serena. Lei si sente quindi in qualche modo sbagliata a provare sentimenti di tristezza o di ansia… come se non bastasse l’umore nero in sé!
Questi sbalzi d’umore sono in una certa misura fisiologici, del tutto passeggeri e normali. Non significa che la mamma non sia contenta del suo bambino; non significa che sia “sciocca” o ansiosa. Fa parte della risposta naturale materna sentirsi intensamente coinvolta con il suo bambino, e quindi anche “preoccuparsi” un po’ di tutto: è questo istinto, in fondo, che ha permesso alla nostra specie di sopravvivere, proprio perché le mamme hanno sempre vigilato con molta attenzione sui loro bambini. Inoltre dopo il parto c’è un subbuglio di ormoni che devono ritrovare un nuovo equilibrio; l’allattamento al seno, con i suoi ormoni calmanti, aiuta a trovare la serenità ma, nello stesso tempo, può di per sé essere motivo di preoccupazione finché non ha “ingranato” bene.
Si aggiunga a questo che nella nostra società spesso una donna non ha la possibilità di frequentare neonati e vederli accuditi nella propria vita quotidiana: così il bambino appare strano, diverso, per certi versi incomprensibile. Perché sgambetta? cosa significa quella smorfia? è normale che il suo respiro sia irregolare? cosa sarà quella macchiolina sul viso? Tutto è strano e nuovo, e spesso dopo i primi giorni la mamma resta sola a confrontarsi con queste domande.
Che fare? per prima cosa, è importante che chi è intorno alla mamma accetti i suoi sbalzi d’umore. Sono una cosa passeggera, è vero, ma non per questo per lei sono meno intensi e reali. Poi, la mamma dovrebbe essere sollevata dalle incombenze quotidiane per quanto è possibile, il modo da poter trascorre quanto più tempo possibile con il suo piccolo, imparando a conoscerlo e capirlo. La “luna di bimbo” è un periodo importante che permette alla mamma di acquistare sicurezza e fiducia nelle sue competenze. Quando ci si sente "a terra" è anche molto importante parlarne al proprio medico di fiducia. Infine, il miglior antidoto al baby blue è la compagnia di altre donne: in un gruppo di altre neomamme, come ad esempio agli incontri post-parto con il gruppo seguito in gravidanza, si potrà trovare comprensione, solidarietà, condivisione e sostegno, e scoprire che ciò che ci sembrava strano e unico è invece un’esperienza comune e normale.