La musica: un ponte fra mamma e bambino
A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone
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VAI AI PREFERITI Il bambino è ancora “in viaggio”, eppure il mondo che lo aspetta là fuori gli parla fin dai primissimi istanti della sua esistenza.
Giacché nel grembo materno non c’è gran che da vedere, è l’udito il senso che per primo viene stimolato nell’embrione, anche attraverso la musica.
Non è vivo che da pochi giorni (meno di un mese), e già può recepire i suoni. A due mesi, i canali semicircolari (gli organi dell’equilibrio) del suo orecchio sono perfettamente sviluppati, e a tre si può osservare l’embrione reagire persino ai suoni e agli infrasuoni, che l’orecchio umano non può percepire.
Per questa ragione, si pensa che i suoni siano inizialmente percepiti dall’embrione sotto forma di vibrazioni nelle sue stesse cellule, sulla sua pelle, nelle ossa.
Fra il quarto e il quinto mese, i nervi uditivi si formano e si connettono con il sistema nervoso centrale: sono, in assoluto, i primi nervi sensoriali a svilupparsi. Questo mostra quanto il suono sia vitale per lo sviluppo dell’embrione!
Il battito cardiaco materno fornisce al bambino la prima esperienza di ritmo: una matrice musicale che dà forma a uno schema sonoro coerente, importante per il futuro bambino sia per quanto riguarda il senso della musica, sia per l’equilibrio e il camminare. Nell’ambiente intrauterino, cuore, respiro e il pulsare del sangue nelle vene materne costituiscono la prima “musica” che egli apprende. E, al di sopra di tutto, c’è la musica più importante: la voce materna.
Si pensa che i suoni possano influire nell’organismo in formazione dell’embrione a un livello profondissimo, cellulare. Ecco che ascoltare musica e cantare sono una delle attività più affascinanti e importanti che una mamma in attesa può fare per il suo bambino. Con l’ecografia, si è potuto osservare come l’embrione si muova “a ritmo” con la voce materna e con la musica. Mozart sembra essere una delle musiche più coerenti e quindi fra le più apprezzate dal feto, che ascoltandola si rilassa e si armonizza. Ma anche una dolce filastrocca ha un effetto meraviglioso sul bambino che è nel grembo, e lo si può osservare, con l’ecografia, quasi “danzare” con la voce della mamma.
Secondo gli studiosi l’udito e il senso dell’equilibrio sono strettamente legati, e il buon funzionamento dell’uno si riflette su quello dell’altro. Gli stessi nervi conducono al cervello tanto gli stimoli sonori che quelli del movimento nello spazio: parlare e camminare sono molto più simili fra loro di quanto non si veda a prima vista, perché richiedono ritmo, equilibrio e senso dell’armonia. Non a caso, i disturbi del linguaggio si curano anche con tecniche basate sul movimento, così come alcune musiche e suoni sembrano aiutare il bambino a muoversi correttamente.
Ma anche senza tanta scienza le mamme lo sapevano già: per questo, senza tema di essere prese in giro, cantano le ninne nanne ai loro bimbi non ancora nati, e questi mostrano di riconoscerle e apprezzarle in modo speciale anche dopo la nascita, quando le ascoltano di nuovo cullati fra le braccia della loro mamma.