L’allattamento e la poppata anche quando è già sazio

A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone

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Tempo di lettura 3 min

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Allattare i primi mesi può essere un’esperienza del tutto diversa dalle aspettative. La nostra cultura ci fa pensare che, al seno o al biberon, la poppata sia il momento del pasto, in cui il neonato si nutre; e quindi la richiesta del bambino di andare al seno molto spesso può disorientare la mamma e farla preoccupare. Può pensare che il bambino abbia sempre fame, e quindi non ci sia abbastanza latte o che sia poco nutriente: oppure può temere che il bambino cerchi il seno per “vizio”, cioè per soddisfare il suo bisogno di succhiare invece che per nutrirsi.

La seconda ipotesi ha il suo fondamento di verità: il bambino cerca il seno anche per conforto, per soddisfare il suo bisogno di suzione; ma il punto è che questo è esattamente quanto è stato previsto dalla natura, che non ha creato i ciucci e i biberon ma solo il seno e le braccia materne.

Un bebè di pochi mesi che cerca il seno della mamma sta solo esprimendo esattamente la sua natura coerentemente con la sua età: è un neonato e ancora non si differenzia come individuo. Nei primi mesi, la sua differenziazione come individuo, la sua progressiva apertura verso il mondo si svolge attraverso la relazione con la mamma e attraverso di lei come ponte fra sé e il mondo. Questo non dura per sempre, gradualmente il bambino si percepirà come individuo autonomo, ma certamente per i primi anni c'è un intenso bisogno di coinvolgimento e contatto, e questo è massimo nei primi mesi di vita.

Pensare che al seno si mangia e basta significa svilire e ridurre enormemente il significato biologico dell'allattamento, che è un sistema di sostegno completo per l'organismo del bambino, in cui, anche solo dal punto di vista fisico, la funzione nutritiva è solo una minima parte.

Un sostegno cellulare, immunitario, ormonale, enzimatico, metabolico. Il latte materno modula tutti i sistemi di regolazione dell’organismo del neonato, in modi che si manterranno poi per tutta la vita. La suzione al seno modella le arcate dentali e le strutture facciali in modo fisiologico, e questo è un altro motivo per cui la natura ha dato al bambino il bisogno di poppare spesso. Nel latte vi sono ormoni, cellule immunitarie vive, sostanze tranquillanti, fattori di crescita, e batteri utili per colonizzare il suo intestino, in modo che possa difendersi dalle infezioni e assimilare al meglio i nutrienti che riceve. Anche se il bambino si attacca al seno per motivi diversi (fame, sete, stanchezza, malattia, sonno, bisogno di succhiare, di contatto, di calore), ogni volta che succhia riceve “tutto il pacchetto” di benefici e le qualità del latte. In questo modo, nutrendosi protegge anche il suo organismo e ne favorisce la maturazione; soddisfacendo il suo bisogno di succhiare riceve anche nutrimento e stimola nella mamma una maggiore produzione di latte. E ogni volta, riceve conforto e quel contatto rassicurante di cui ha bisogno per sentirsi al suo posto nel mondo.

Non sarà così per tutta la vita e non si contrae alcun “vizio”; ma lasciare che l’allattamento sia a richiesta del bambino, cioè ogni volta che il bambino mostra di voler poppare (e non solo quando ha bisogno di essere nutrito) permette che si esprima l’intero potenziale biologico dell’allattamento, con benefici per la madre e per il bambino che perdureranno per tutto il resto della loro vita. 

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