Programmato o inaspettato? In fondo non fa differenza

A cura della psicologa Dott. Antonella Sagone

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Tempo di lettura 3 min

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Quando è il momento giusto per diventare genitori? E' meglio una gravidanza programmata o una...gravidanza inaspettata? La nostra vita odierna è così piena di impegni, progetti e faticosi percorsi di realizzazione personale, che spesso è difficile individuare il momento “giusto” per avere un bambino. Il futuro è a volte incerto, e i mutamenti sociali, economici e ambientali sono così rapidi che a volte ci si chiede anche se sia il caso di far venire al mondo un bambino in tanta incertezza. Le coppie giovani faticano spesso a costruirsi una solidità economica, trovare una casa, stabilizzare la propria situazione lavorativa. Questo fa sì che a volte il progetto di una gravidanza venga accantonato a data da destinarsi e rinviato nel tempo.

Alcune coppie pianificano la propria famiglia e attendono il momento giusto per loro per accogliere una nuova vita, in modo da predisporre una situazione ottimale per il bambino. Altre lasciano l’arrivo di un figlio nelle mani della sorte, senza cercare una gravidanza né prevenirla. Ci sono poi quei bambini che arrivano a sorpresa, precipitando una mamma e papà un po’ disorientati, tutto d’un tratto, nell’universo dell’essere genitori. Altri bambini invece nascono dopo un concepimento a lungo cercato e inseguito, a volte con fatica e impegno.

E' bello che un bambino arrivi nel mondo dopo tanto essere desiderato, che trovi una famiglia che si è preparata ad accoglierlo nel migliore dei modi, che possa contare su una coppia di genitori che ha riflettuto e lavorato per fargli trovare il meglio. Ma è anche bello per un bambino arrivare a sorpresa, magari scombussolando tutti i progetti dei propri genitori, e trovare una mamma e un papà che lo accolgono e lo accettano ugualmente. è il primo di molti “sì” incondizionati che verranno dati al bambino, un accettare la sua unicità anche quando differisce dalle proprie aspettative di genitori. Perché è questo che facciamo noi genitori: ci mettiamo in una posizione di ascolto, scoperta e accettazione di nostro figlio, come individuo unico e irripetibile, diverso da noi stessi, con un suo proprio progetto di vita e un suo proprio percorso inimitabile di esistenza.

In fondo anche il bambino cercato, pianificato e nato da un progetto consapevole, una volta venuto alla luce, sarà comunque diverso da ciò che si immaginava. A volte coinciderà con l’ideale dei genitori, altre volte sarà completamente differente. Porterà nuove cose nel mondo, non quelle già pensate da chi c’era prima di lui. Anche il bambino voluto dovrà essere accolto non solo alla nascita, ma ogni giorno, come tutti i bambini. Il “sì” incondizionato al suo essere è un approccio, un atteggiamento di accettazione che è necessario rinnovare costantemente, perché ogni bambino è una scoperta costante, un’innovazione nella vita della sua famiglia, e un individuo a sé stante, bisognoso di essere accettato per quello che è.

In questa continua scoperta sta l’avventura dell’essere genitori. Mamma e papà dovranno confrontare ogni giorno le loro aspettative con la realtà del proprio bambino, cercare un equilibrio dinamico fra l’accompagnare e guidare, e il non interferire o snaturare l’indole e le caratteristiche uniche di questo piccolo essere umano, così bisognoso di noi ma anche bisognoso di esprimere e realizzare il proprio potenziale a modo suo.

Ogni bambino, in fondo, arriva a sorpresa! 

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