Un passo indietro: quando il bambino sembra regredire
A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone
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VAI AI PREFERITI Mangiava da solo, e ora vuole essere imboccato. Dormiva tutta la notte, e adesso si sveglia e vuole la mamma. Parlava bene, e ora si esprime come un bimbo piccolo. Rivuole il pannolino. Questi ed altri comportamenti possono manifestarsi nel bambino che improvvisamente sembra “tornare indietro” e perdere terreno rispetto a tappe di sviluppo che si credevano ormai raggiunte.
Questo fenomeno sgomenta i genitori, che a volte vivono queste fasi come un fallimento, un crollo di ciò che già era stato costruito. Ma in realtà ciò che si è conquistato resta, e l’impegno dei genitori non è stato inutile; solamente, ci sono periodi, nella vita di un bambino, in cui lui ha bisogno di tornare per un po’ sui suoi passi, per ricaricarsi e trovare un nuovo slancio in avanti. Come quando, camminando, la manica rimane impigliata alla maniglia della porta, occorre fare un passo indietro per potersi sganciare e poter di nuovo andare avanti.
Nella crescita del bambino ci sono tante di queste “maniglie”: l’inserimento al nido, l’arrivo di un fratellino, una malattia, un periodo difficile in famiglia. A volte è la crescita stessa a spaventare il bambino, perché troppo veloce, e lui ha bisogno di tempo per digerire le sue nuove possibilità.
La crescita del bambino non avviene in modo lineare, ma in alcune fasi ci sono esitazioni e ripensamenti.
In questi momenti, il bambino ha bisogno di tornare ad essere un bambino piccolo per un po’: anche se è ormai “grande”, è sempre un cucciolo che ha bisogno, in certi momenti, di rassicurazione e di coccole, e non c’è nulla di sbagliato o controproducente nell’assicurargliele.
Questo atteggiamento di accettazione e di accoglienza da parte di mamma e papà non è un cedere terreno, è semplicemente esserci nel momento del bisogno.
Anche se la percezione dei genitori cambia, e vendono il loro figlio come “cresciuto”, i suoi bisogni di essere accudito, coccolato, contenuto, non scompaiono solo perché è diventato il “fratello maggiore”, o ha cominciato ad andare all’asilo. Anzi; adattarsi alla nuova situazione gli richiede uno sforzo emotivo, e ha più che mai bisogno della certezza che, nel momento in cui il mondo è troppo grande per lui, può rifugiarsi come sempre nelle braccia di mamma e papà e affidarsi a loro. Ha bisogno di essere rassicurato che loro ci sono, e che se ne sente il bisogno sono disposti anche ad accettare che lui faccia un passo indietro, per qualche momento, e possa ancora essere il loro “piccolo”.
E i genitori, stando accanto al bambino, lo rafforzeranno e gli daranno la spinta per una maggiore autonomia. Con la loro presenza, disponibilità e soprattutto accettazione anche delle sue incertezze e dei suoi ripensamenti, non lo faranno “tornare indietro” sulla strada dell’indipendenza, anzi, al contrario, lo aiuteranno a sentirsi più sicuro di sé e quindi accelereranno il processo di adattamento e di crescita che, in seguito, gli farà di nuovo apprezzare le gioie e le soddisfazioni di essere “grande”.