Perché il bambino si sveglia di nuovo la notte

A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone

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Tempo di lettura 4 min

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E’ notte, e la quiete viene interrotta dal pianto di un bambino. Mamma e papà si tirano su e si guardano con una punta di disperazione, perché è la terza notte che succede. Eppure, dormire tutta la notte sembrava ormai una conquista raggiunta! A volte i genitori avevano applicato qualche metodo basato sulla cosiddetta “estinzione graduale”, ovvero sul lasciar da solo il bambino per periodi crescenti di tempo fino a raggiungere il risultato voluto. E, ancora più spesso, questo metodo era stato applicato non proprio alla lettera; perché, diciamo la verità, sentir piangere il proprio bamino di pochi mesi spezza il cuore. Insomma era stata dura, ma alla fine le cinque o sei ore di sonno erano state raggiunte.

 

Saranno i dentini? Non è un po’ presto a cinque mesi? I genitori si chiedono se il bambino non si stia ammalando o abbia una “colica”. Ma è stato detto loro di non cedere assolutamente alla tentazione di accorrere e coccolarlo, quale che sia il motivo del suo pianto, altrimenti tutta la fatica e il lavoro fatto andranno perduti… quindi, oltre a chiedersi dove hanno sbagliato, mamma e papà si domandano che cosa debbano fare e, soprattutto, se torneranno mai a dormire una notte intera!

 

La risposta all’ultima domanda è «Sì», e questa è la buona notizia. Ma non è facile rispondere anche al “quando”, perché i motivi per cui i bambini si svegliano la notte sono numerosi, e alcuni perdurano per un certo tempo. Abbiamo infinite trattazioni (e ognuna dà cifre diverse) su come e quanto i bambini “dovrebbero” dormire, ma come i bambini effettivamente dormono, nei primi anni di vita, è tutta un’altra questione.

 

Ad esempio è importante sapere che la “ricaduta” fra i quattro e i sette mesi di età è una situazione abbastanza tipica. Succede anche nei bambini che non sono stati in alcun modo addestrati a dormire da soli. Osservando questi bambini, si nota che spesso spontaneamente, verso il secondo o terzo mese, iniziano a dormire ininterrottamente per alcune notti. Può succedere poi a volte che quel bambino riprenda a svegliarsi fra i quattro e i sette mesi, per motivi legati non tanto a una perdita dell’abitudine (o a un errore dei genitori per “quella sola notte” che lo hanno preso in braccio), ma semplicemente a causa del fastidio della dentizione che inizia, o per modifiche nello sviluppo del suo sistema nervoso, o infine per cambiamenti avvenuti nella sua vita e che movimentano anche il suo sonno.

 

La verità su come i bambini effettivamente dormono è che ci sono periodi di sonno ininterrotto e periodi di notti inquiete, e questo va avanti con alti e bassi per i primi anni di vita, sebbene dopo l’anno (per alcuni bambini anche prima) la situazione vada migliorando e i risvegli notturni divengano un fatto non più quotidiano. Il sonno dei bambini attraversa insomma varie fasi, a prescindere dalle loro abitudini. Considerando che poco prima dell’età scolare comunque tutti i bambini dormono tutta la notte, spesso nella loro cameretta, e che i bambini a un certo punto iniziano a dormire tutta la notte anche senza bisogno di essere abituati a farlo, vale la pena di faticare tanto a cercare di “insegnare loro a dormire”?

 

Andare dal bambino, coccolarlo, stargli vicino nell’occasionale periodo di risvegli notturni non è un passo indietro né la perdita di un apprendimento. Semplicemente, quelle notti, il bambino ha di nuovo bisogno di mamma e papà. Quando il periodo sarà passato, il bimbo tornerà serenamente alla sua routine, se ne ha una: nessun reale progresso va mai perduto, anche se ci sono a volte apparenti battute di arresto. Allora tanto vale esserci, di giorno come di notte, senza timore di far danni, ma anzi sapendo che si sta rispondendo a un bisogno del proprio bambino e costruendo la sua futura serenità notturna.

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