A che età parlano i bambini? Le fasi di sviluppo

A cura del pediatra Pampers

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Tempo di lettura 8 min

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Pochi momenti sono così emozionanti nella vita di un genitore come le prime parole di un bambino. Oltre ad essere adorabili, il fatto che il tuo piccolo inizi a esprimere verbalmente i suoi desideri e bisogni è un grande traguardo per entrambi.

Quando pronunciano le prime parole?

Le prime parole e altri traguardi del linguaggio arrivano in momenti diversi per ogni bambino: ognuno ha il proprio ritmo. Comunemente, però, un bambino inizia a parlare all'incirca a un anno di età.

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Durante il secondo anno, amplierà il suo vocabolario e, alla fine del secondo anno, molti bambini (anche se non tutti) possono pronunciare decine di parole e combinarle per formare una frase.

Come imparano i bambini a dire le prime parole?

Prima che il tuo bambino inizi a parlare (linguaggio espressivo), comprenderà molte più cose di quanto pensi (linguaggio ricettivo). Inoltre, non dimenticare che già comunica in vari modi: piange per farti sapere che ha fame, ride quando è felice, indica un giocattolo che desidera o gira la testa quando un cibo non gli piace. Questo tipo di comunicazione gestuale e vocale pone le basi per lo sviluppo del linguaggio.

I bambini imparano a parlare ascoltando te e altre persone. Preferiscono ascoltare la voce umana rispetto ad altri suoni, quindi amano sentire parlare la loro mamma. Dopotutto, è la cosa più confortante per loro. Il tuo piccolo preferirà le voci acute. Per questo motivo, potresti finire per parlare con lui in un tono più alto rispetto a quando parli con gli adulti. Questo tono, insieme alla pronuncia esagerata e alle espressioni facciali divertenti, cattura la sua attenzione e contribuisce a sviluppare le abilità di linguaggio.

Quali sono le tappe dello sviluppo del linguaggio?

Di seguito, ti mostriamo le tappe dello sviluppo del linguaggio suddivise per fasce d'età. Tieni presente che non sono uguali per tutti, poiché tuo figlio può raggiungere questi traguardi prima o dopo rispetto a quanto indicato. Se hai dubbi sul suo sviluppo o vuoi sapere se è sulla buona strada, consulta il pediatra.

Sviluppo del linguaggio tra 1 e 3 mesi

Quando il tuo bambino avrà almeno un mese, potrebbe già riconoscere la tua voce anche se non sei nella stessa stanza. I sorrisi e i gorgheggi quando vede il tuo volto indicano che riconosce queste espressioni facciali e suoni come un modo per interagire con lui.

All'incirca a 2 mesi il tuo piccolo potrebbe iniziare a fare suoni come "ah, ah" o "uh, uh". Ripeti questi suoni e aggiungi alcune parole semplici, poiché questo coinvolgerà il tuo bambino in una "conversazione" bidirezionale. Alla fine di questa fase, il bambino presterà attenzione alla tua voce, guarderà il tuo volto mentre parli e sarà curioso quando sentirà altre voci, suoni o canzoni.

Sviluppo del linguaggio tra 4 e 7 mesi

A questo punto, è possibile che il tuo bambino balbetti (quello che viene chiamato "linguaggio infantile"). Tra i 4 e i 7 mesi, inizierà il periodo della lallazione, cioè suoni come "mú, mú" o "bah, bah". Il tuo bambino si abituerà anche alla tua voce nel corso dei mesi, fino al punto di riconoscere quando lo stai per nutrire, cambiare o portare a spasso.

Inoltre, alla fine del sesto o settimo mese saprà rispondere al proprio nome, riconoscerà la sua lingua madre e userà il tono della voce per indicare se è felice o arrabbiato. Potrebbe volerci un anno o più per interpretare i suoi balbettii, ma potrai capire gran parte di ciò che vuole dirti ben prima che pronunci le sue prime parole.

Sviluppo del linguaggio tra 8 e 12 mesi

Il tuo bambino inizierà a sostituire i balbettii, i gorgheggi e gli strilli con sillabe come "bah", "dah", "gah" e "mah". È possibile che dica qualcosa che suona come "mamma" o "papà" mentre pratica queste sillabe. Quando vedrà quanto ti entusiasmi, saprà che queste parole hanno un significato.

A questo punto, il tuo piccolo capirà molto più di quanto pensi, anche se potrebbe ancora comunicare con appena poche parole. Intorno a questa età potrebbe iniziare a usare alcune parole riconoscibili. Alcuni bambini hanno un vocabolario di 2 o 3 parole quando compiono un anno. Tuttavia, la cosa più comune per la maggior parte dei bambini di questa età è esprimersi in una sorta di linguaggio che assomiglia a parole comprensibili.

Sviluppo del linguaggio tra 13 e 24 mesi

A questo punto, il tuo bambino capirà molto bene il linguaggio. Per esempio, saprà già cosa significa "piatto", quindi potrebbe aver pronunciato questa parola (o qualsiasi altra che non vuoi che capisca) mentre stai parlando con qualcun altro. Con il passare del tempo, risponderà meglio alle tue istruzioni e richieste e costruirà persino alcune brevi frasi con due o tre parole.

Non dovrai più continuare a parlargli con una voce acuta. Passa a un tono normale, ma continua a usare parole e frasi semplici. Ricorda che ogni bambino sviluppa le abilità linguistiche al proprio ritmo. Questo significa che alcuni non parleranno molto nel secondo anno, poiché possono raggiungere questi traguardi un po' più tardi. Man mano che il tuo bambino svilupperà la capacità di parlare, potrebbe cambiare parti delle parole con altri suoni o lettere. Forse sarai l'unica a capire il suo modo di dire alcune parole (ad esempio, potrebbe dire "ata" per riferirsi all'acqua). Se succede, puoi rafforzare la parola "ata" con la parola "acqua" ben pronunciata per aiutarlo a migliorare le sue abilità linguistiche.

Come posso incoraggiare il mio bambino a parlare?

Sei pronta a stimolare lo sviluppo del linguaggio del tuo piccolo? Ecco alcuni consigli per aiutarlo a pronunciare le sue prime parole:

Parla con lui. Il semplice fatto di parlare con il tuo bambino gli insegna nuove parole e lo incoraggia a imitarti. Parla ad alta voce con lui mentre svolgi le faccende quotidiane, anche se quello che hai da dire ti sembra banale (ad esempio, «papà sta piegando i calzini blu»). Fai come se raccontassi una storia quando arrivi in un posto nuovo per fargli imparare nuove parole (ad esempio, «guarda che bei fiori ci sono nel parco»). Puoi anche nominare le parti del corpo mentre gli cambi il pannolino o gli indumenti che indossa.

Segui la conversazione. Presta attenzione agli interessi di tuo figlio e lascia che ti guidi quando decide di parlare di qualcosa. Se fissa un cane e balbetta, trasforma questo in un argomento di conversazione e ripeti la parola «cane» mentre indichi l'animale.

Concentrati su routine e ripetizioni. Le attività quotidiane come il bagnetto, il pasto o il cambio del pannolino sono occasioni ideali per ripetere le stesse conversazioni ogni giorno. Durante questi momenti, inizierà a cogliere parole e frasi chiave e a associarle con l'attività.

Adatta la conversazione al suo livello. Usa frasi brevi, parla lentamente e dagli l'opportunità di ripetere quello che dici quando è pronto. Aiutalo a riconoscere oggetti e parole attraverso il gioco (ad esempio: «Ecco la tua palla. Andiamo a nasconderla.»). Se indica la palla, puoi chiedergli «vuoi la palla?». Parlare con frasi complete non solo ti aiuta a comprendere cosa sta cercando di dire, ma gli insegna anche la struttura delle frasi.

Quando ci si deve preoccupare se un bambino non parla?

Alcuni bambini sviluppano abilità linguistiche e vocabolario a un ritmo costante, mentre altri impiegano più tempo. Un bambino tra 1 e 2 anni, quindi con l’età giusta per parlare, che sia silenzioso può conoscere tante parole quanto un altro che è chiacchierone, anche se non vuole usarle. Forse è semplicemente più timido e riservato.

Sapevi che le bambine sviluppano le abilità del linguaggio un po' prima dei maschietti? Tuttavia, se pensi che il tuo bambino sia in ritardo nello sviluppo del linguaggio, è meglio non aspettare né ignorare il problema. Rivolgiti al pediatra per avere consigli.

I ritardi nello sviluppo del linguaggio possono essere trattati facilmente. Prima un professionista vede tuo figlio, prima potrà aiutarlo. Potrebbe consigliarti di far visitare il bambino da uno specialista dell'udito o da un logopedista.

Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.